Allarme bronchiolite

Allarme bronchiolite, come riconoscerla nei bambini

Quando si parla di bronchiolite nei neonati o nei bambini ci si riferisce a un’infiammazione delle vie aeree innescata da virus respiratori che colpisce in modo particolare i bambini di età inferiore ai 12 mesi di vita.

Come è facile immaginare i genitori sono molto spaventati, ma una diagnosi precoce dell’infezione e alcuni accorgimenti possono fare la differenza.

La bronchiolite colpisce principalmente i bambini sotto i 10-12 mesi ed è la causa più frequente di ricovero ospedaliero sotto l’anno di età. Talvolta è necessario ricorrere al ricovero in terapia intensiva. In Italia la stagione epidemica va da novembre a marzo. Ogni anno il VRS (Virus Respiratorio Sinciziale) è responsabile di circa 3,4 milioni di ricoveri nel mondo con un’alta mortalità nei paesi in via di sviluppo. I bambini più a rischio di bronchiolite grave sono infatti i lattanti nati prematuri (prima delle 35 settimane di gravidanza), con cardiopatie congenite, malattie polmonari croniche, malattie neuromuscolari e condizioni di immunodepressione. Vi è poca informazione su questa infezione così comune, per questo è importante che i genitori di bambini piccoli sappiano come riconoscere questa malattia e capire quando è il caso di chiamare il Pediatra.

Cerchiamo di capire perché viene la bronchiolite

Questa infiammazione si concretizza nelle diramazioni più sottili delle vie aeree, i bronchioli, che vengono ostruiti al punto da impedire il passaggio dell’aria dal polmone sia in entrata sia in uscita, con conseguente riduzione dell’ossigeno e aumento dell’anidride carbonica presente nel sangue.

Come si trasmette la bronchiolite?

I virus respiratori che determinano la bronchiolite si trasmettono con molta facilità tramite inalazione di microparticelle di saliva/secrezioni emesse nell’aria dalla persona infetta attraverso colpi di tosse e starnuti, oppure per autoinoculazione, ovvero se si toccano con le mani oggetti infetti e, senza adeguata pulizia, ci si tocca la bocca, il naso o gli occhi. Il virus può sopravvivere numerose ore sulle superfici (tavoli, maniglie delle porte, cellulari, tastiere dei PC) per questo si può contrarre anche toccando giocattoli o altri materiali contaminati.

Come si manifesta la bronchiolite?

Tutti i casi di questa infiammazione esordiscono con una condizione simile al raffreddore: il bambino comincia ad avere il naso ostruito e muco trasparente che cola, al punto che può fare fatica a poppare. Questa condizione, denominata rinorrea, può essere accompagnata da febbre o febbricola (temperatura massima in genere inferiore a 38°C) ed è espressione dell’ingresso del virus nelle prime vie aeree, dove comincia a crearsi l’infiammazione.

Con la diffusione dell’infezione lungo le vie aeree inferiori, si verificano i seguenti fenomeni:

  • comparsa della tosse;
  • aumento del numero di atti respiratori in un minuto (>60 atti/min, “tachipnea”);
  • il bambino tende a respirare con più fatica;
  • si evidenziano rientramenti sottocostali, intercostali, al giugulo, (per l’utilizzo dei “muscoli respiratori accessori”);
  • le narici tendono ad aprirsi maggiormente durante le inspirazioni (alitamento delle pinne nasali).

Il bambino con difficoltà respiratoria appare più sofferente, pallido o con colorazione violacea intorno alle labbra, con gli occhi alonati, e tende a non terminare le poppate. Nei neonati è inoltre possibile osservare degli episodi di apnea (interruzione improvvisa del respiro per 10-20 secondi o anche più). In questi ultimi casi descritti, è fondamentale una valutazione pediatrica d’urgenza, poiché i meccanismi di compenso all’ostruzione delle vie aeree hanno una durata limitata nel tempo e l’aumentata frequenza respiratoria insieme alle ridotte assunzioni di latte mettono il bambino a rischio di disidratazione. Ricordiamo che in 2/3 dei casi la bronchiolite può manifestarsi in apiressia (senza febbre) nella fase in cui l’infezione si è propagata alle basse vie aeree.

Quanto dura la bronchiolite?

Dal primo contatto con il soggetto infetto all’insorgenza dei primi sintomi respiratori delle alte vie aeree trascorrono circa quattro-sei giorni (tempo di incubazione). Ai sintomi delle alte vie aeree seguono l’insorgenza della tosse e i segni di difficoltà respiratoria, espressione della propagazione dell’infezione alle basse vie aeree. Complessivamente, dall’esordio alla risoluzione dei sintomi, la bronchiolite nei bambini dura circa due settimane. Il decorso può complicarsi se si presenta una sovrainfezione batterica (otite o polmonite), che si manifesta con febbre elevata e peggioramento delle condizioni cliniche del bambino.

Come possiamo proteggere il bambino dal virus respiratorio sinciziale (Vrs)?

Adottando delle misure adeguate è possibile limitare la probabilità di contagio del bambino con il Vrs:

  1. Allattare al seno. È la prima misura di prevenzione nei confronti della bronchiolite e di numerose altre malattie infettive, per la ricchezza di anticorpi chiamati IgA che rappresentano la prima difesa contro i virus che attaccano le mucose e di numerose molecole ad azione antimicrobica.
  2. Lavare frequentemente le mani. Lo abbiamo imparato molto bene durante la pandemia da Covid-19 e non andrebbe mai dimenticato. Le mani sono il principale veicolo per le infezioni e vanno lavate accuratamente con acqua e sapone o gel idroalcolico prima di toccare il bambino.
  3. Evitare o limitare il contatto con il bambino se si è affetti da raffreddore.
  4. Non fumare in casa. I genitori fumatori dovrebbero inoltre cambiare gli indumenti prima di prendere in braccio il bambino.
  5. Evitare ambienti chiusi e affollati, ovvero luoghi che sono ad alto rischio di contagio, soprattutto nel periodo epidemico (novembre-aprile).
  6. Lavare adeguatamente gli oggetti e le superfici con cui il bambino può entrare in contatto.

Quando chiamare il Pediatra?

In tutti quei casi in cui si presenta una difficoltà respiratoria nel bambino:

  • respirazione veloce, tosse insistente, movimento delle pinne nasali, comparsa di fossetta al giugulo e rientramenti a livello sternale, respiro rumoroso e/o respirazione con sibilo udibile avvicinando l’orecchio alla bocca del bambino e compare un colore violaceo delle labbra e/o del viso;
  • una riduzione dell’alimentazione (assunzione di latte meno del 50% rispetto al solito): è il primo segno che indica che il bambino sta peggiorando. Nei lattanti la riduzione dell’alimentazione può rapidamente portare a disidratazione (labbra secche, poca pipì, pianto senza lacrime);
  • quando si presentano lunghe pause respiratorie (apnea) che possono essere una complicanza dell’infezione da Vrs anche senza un quadro evidente di bronchiolite;
  • quando vi è una scarsa reattività o sonnolenza nei lattanti al di sotto dei tre mesi.

Come si cura la bronchiolite?

Dato che non esiste al momento un farmaco antivirale che si sia dimostrato efficace, la cura per la bronchiolite consiste in una terapia di supporto al sistema immunitario. È utile fare lavaggi nasali con soluzione salina e aspirazione delle secrezioni nasali (in particolare prima dei pasti) e incoraggiare il bambino ad assumere liquidi a piccoli sorsi e/o ad assumere pasti piccoli e frequenti. Farmaci come i broncodilatatori, i cortisonici e gli antibiotici non sono indicati di routine. Gli antibiotici, in particolare, non vanno utilizzati perché l’agente responsabile è un virus e le sovrainfezioni batteriche sono rare. In caso di ospedalizzazione viene messa in atto una ‘terapia di supporto’ per mantenere un’adeguata idratazione e, se necessario, viene somministrato l’ossigeno. Nei casi gravi si ricorre alla ventilazione meccanica in terapia intensiva.

La cosa importante è stabilire un contatto con il Pediatra Curante con cui rapportarsi durante la fase di esordio dei sintomi per poterli monitorare e per poter intervenire tempestivamente in caso di peggioramento degli stessi.