Quanto zucchero possono mangiare i nostri bambini

Quanti zuccheri possono mangiare i nostri bambini?

Caramelle, merendine, bibite gassate, succhi di frutta: alimenti di cui i nostri bambini sono ghiotti (complici ovviamente noi adulti!) ma che, essendo molto ricchi di zuccheri se consumati in quantità eccessiva già in età infantile aumentano in primis il rischio di obesità e di diabete nonché di carie dentali e malattie cardiovascolari.

Gli zuccheri vengono addizionati in molte bibite e alimenti al fine di migliorare il gusto e facilitarne la conservazione. È proprio questa presenza così frequente e “ingombrante” che concorre nel mettere a rischio la salute di bambini e adulti.

Facciamo una precisazione: quello che comunemente chiamiamo zucchero bianco in realtà prende il nome di saccarosio, ma non è l’unico tipo di zucchero che può far male alla salute dei più piccoli.

Non è, dunque, possibile parlare di zucchero al singolare ma bisogna utilizzare il termine al plurale: gli zuccheri.

Di zuccheri ne esistono di due tipi: semplici e complessi. Gli zuccheri complessi, comunemente chiamati carboidrati, sono contenuti nella farina, nel riso, nella pasta e nei cereali. Gli zuccheri semplici, che sono quelli da moderare, li troviamo nel miele, nelle marmellate, nei frullati, nei succhi di frutta, nelle merendine e nelle bibite gassate. Sono i cosiddetti “zuccheri aggiunti” di cui leggiamo la presenza sulle etichette dei cibi confezionati (fruttosio, glucosio, lattosio e maltosio).

Detto questo, arriviamo alla domanda che i genitori si fanno ogni giorno: quanti dolci possono mangiare i bambini?

L’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) ha definito parametri chiari: al massimo il 10% delle calorie giornaliere devono essere assunte sotto forma di zuccheri.

Ancora meglio se il 5%, che corrisponde ad assumere quotidianamente non più di 25 grammi (circa 6 cucchiaini) di zucchero. Regola che vale sia per gli adulti che per i bambini, anche se i valori possono variare in base al sesso, al peso e all’attività fisica svolta.

Leggere le etichette dei prodotti alimentariPer tenere sotto controllo l’introito di zuccheri giornaliero è bene leggere le etichette dei prodotti alimentari dove sono indicati sia i carboidrati (intesi come zuccheri contenuti naturalmente negli alimenti), sia gli zuccheri aggiunti al preparato. Per avere un’idea di quanti zuccheri liberi siano presenti negli alimenti, basta considerare che un biscotto (9 grammi) ne contiene 2 grammi, un plumcake (33 g) 10 grammi, una merendina al cioccolato (33 g) 12g, una fetta da 100 grammi di pandoro 28 grammi, un cioccolatino con nocciole (15 g) 6 grammi, un cucchiaio di marmellata (10 g) 5 grammi, un vasetto di yogurt alla fragola zuccherato (125 g) 17 grammi.

L’introduzione di zuccheri nelle diete non è una cosa da sottovalutare e sarebbe meglio abituare i nostri bimbi a una dieta equilibrata, senza eccessi.

Ecco, dunque, alcuni consigli per i genitori:

  • Evitare di abituare il bambino ai sapori dolci già in tenera età, questo lo porterà a non apprezzare il sapore reale degli alimenti. L’American Heart Association consiglia di non dare zuccheri ai bambini almeno fino ai 2 anni.
  • Iniziare a dare lo zucchero in porzioni piccole, poco per volta. La regola deve valere sempre ed è importante insegnare ai bambini il rispetto delle regole.
  • Evitare di comprare prodotti già pronti che lo contengono in dosi elevate. Se non sono in casa, non ci sarà la tentazione di mangiarli e si eviterà di creare quella dipendenza da cui è difficile staccarsi anche in età adulta.
  • Non dare mai da bere altro che acqua ai bambini. Al massimo sono concessi succhi di frutta naturali e spremute realizzate in casa.
  • I dolci non devono essere mai la ricompensa quando si comportano bene. Ad esempio: “Se fai il bravo avrai un gelato”.
  • Cercare di preparare più cose possibili in casa, magari facendovi aiutare proprio dai bambini che si divertiranno in cucina con mamma e papà.

Ricordiamoci che “voler bene ai propri figli” significa anche “proteggere la loro salute”.