Covid-19 e visite pediatriche in sicurezza
Con l’inizio della stagione autunnale, di solito parliamo delle previsioni dell’influenza e delle strategie vaccinali per contenerla. Quest’anno purtroppo la situazione è aggravata dalla pandemia di coronavirus in atto che ha destabilizzato il mondo del lavoro, dell’economia, della sanità, della scuola, dei rapporti interpersonali.
Riscontriamo pertanto un aumento delle richieste di visite presso i nostri ambulatori proprio per arginare questo fenomeno, mentre invece sono diminuite le infezioni respiratorie in virtù della ridotta frequentazione delle scuole dell’infanzia e degli asili nido. Noi Pediatri, pur nell’intento di mantenere i nostri ambulatori “Covid-free”, dobbiamo cercare di mantenere la sorveglianza attiva sulla crescita dei nostri piccoli pazienti, proseguendo il calendario dei bilanci di salute, fondamentali per intercettare lo strabismo, l’ambliopia, il piede piatto, la scoliosi, nonché i disagi del bambino e dell’adolescente.
È ovvio che dobbiamo assicurare ai nostri bambini un ambiente sanificato (con perossido di idrogeno o con ozono) in cui poterli ricevere.
Quando il bambino accusa “malessere”, ma non può essere condotto allo studio in quanto i genitori sono in isolamento perché sintomatici, allora possiamo avvalerci di alcune app che ci permettono di effettuare una video-visita, raccogliere i dati anamnestici dai genitori, valutare un esantema, esplorare un faringe e comunque poter valutare il bambino. Se il bambino riporta febbre o sintomatologia sospetta, va visto in separata sede rispetto ai bambini sani: deve essere comunque garantita la visita medica, avvalendoci anche dell’ausilio dei test rapidi per determinare se ha un’infezione delle vie urinarie, o un’infezione da streptococco o se ha un’infezione batterica in corso.
La sala d’attesa è piena di avvisi e cartelli per ricordare le norme igieniche. Sul pavimento ci sono avvisi in modalità di “segnaletica orizzontale”. Il bambino e l’accompagnatore stazionano al punto di sanificazione proprio davanti alla postazione della segretaria che rimane protetta da un “pannello parafiato”.
Finalmente il bambino che ha superato tutti questi “check point” entra nella sala visita e chiede alla mamma: «Dov’è il mio pediatra?». Mi vede, ma spesso non mi riconosce: dietro uno schermo parafiato da 64 pollici, indosso un “camice speciale”, una doppia mascherina, gli occhiali, e la visiera.
Tuta, camice, occhiali, mascherine e visiera sono di fondamentale importanza in quanto la mamma, spesso iper-protettiva, non mantiene la distanza di un metro dal proprio figlio in lacrime e il flugge salivare durante il pianto del bambino può venire a contatto con le nostre mucose. Certo che non siamo in una terapia intensiva, quindi i nostri pazienti per fortuna sono liberi di piangere o di rifugiarsi tra le braccia della mamma che li accompagna, ma interagire con loro per ore quando sono impauriti, cosi sigillati nei nostri dispositivi di protezione, è davvero faticoso. Tuttavia, scherzando un po’ su questo nostro abbigliamento “spaziale”, riusciamo a riportare la tranquillità durante la visita e il bambino ci ripaga con un suo sorriso.
Ecco questo è il momento più bello di una dura giornata di lavoro!