Allergia al latte vaccino: che cosa fare?
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Mio figlio è allergico al latte? È una delle domande che spesso mi vengono rivolte dai genitori, sebbene i numeri dicono che si tratta di un problema comunque raro: meno di 2 bambini su 100 se tutte le diagnosi fossero formulate in maniera corretta: cosa che non sempre accade e ciò comporta un duplice effetto: viene erroneamente calcolata un’incidenza maggiore a quella effettiva e molti bambini al contrario vengono privati senza una ragione della possibilità di consumare latte, yogurt e formaggi.
In cosa consiste l’allergia alle proteine del latte vaccino?
L’allergia al latte vaccino è causata da una reazione “anomala” del sistema immunitario nei confronti delle proteine contenute nel latte di mucca e in tutti i suoi derivati (latti formulati dell’infanzia, formaggi, yogurt, ecc.). Il principale fattore di rischio per lo sviluppo di un’allergia alle proteine del latte vaccino è dunque una predisposizione genetica all’allergia (si parla anche di “costituzione atopica”): Alcuni soggetti, cioè, nascono con la tendenza ad essere allergici. Si tratta infatti spesso di bambini con dermatite atopica e/o con uno o ambedue i genitori o fratelli affetti da allergie.
Quando si manifesta?
La prima manifestazione della allergia si manifesta entro il primo anno di vita. Può manifestarsi nei primi giorni o nelle prime settimane: se il bambino è allattato al seno, compare spesso al momento dello svezzamento oppure quando la mamma cerca di passare al latte artificiale. Talvolta i sintomi (vomito e orticaria) possono comparire anche nel bambino allattato esclusivamente al seno, per il possibile passaggio nel latte materno delle proteine del latte vaccino assunte con la dieta materna. Comunque, l’allergia tende a scomparire alla fine dell’anno di vita, ed è molto raro che persista oltre i 3-4 anni.
Quali sono i sintomi con cui si manifesta?
Generalmente i sintomi più comuni dell’allergia alle proteine del latte sono a carico dell’apparato gastroenterico: nausea, vomito, diarrea, dolore addominale, purtuttavia può essere coinvolta anche la cute con sintomi quali: orticaria, eczema, prurito, dermatite atopica. Per fortuna sono più rari i sintomi di coinvolgimento dell’apparato respiratorio: asma e tosse. In casi molto rari compaiono sintomi gravissimi con il coinvolgimento di due o più apparati ; si definisce così lo shock anafilattico.
Allergia al latte o intolleranza al lattosio?
Le due modalità che occorrono sono le seguenti :
- l’allergia alle proteine del latte vaccino, causata da un’ “anomala” reazione del sistema immunitario alle proteine contenute nel latte;
- l’intolleranza al lattosio, condizione causata dalla carenza più o meno marcata di un enzima, la lattasi, che è necessario per “digerire” il lattosio, uno zucchero contenuto largamente nel latte vaccino ma anche nel latte materno o in altri tipi di latte.
Le due condizioni presentano in comune alcuni sintomi, come meteorismo intestinale (abnorme produzione di gas nell’intestino), senso di distensione e gonfiore intestinale, diarrea, che si verificano dopo l’assunzione di latte. Le analogie, però, si fermano qui. Nell’allergia sono spesso presenti anche disturbi a carico di altri apparati, come la cute e l’apparato respiratorio, mentre nell’intolleranza al lattosio i sintomi sono quasi esclusivamente gastrointestinali. Nell’allergia bastano piccole quantità di latte o alimenti contenenti latte per causare i sintomi, che possono essere gravi indipendentemente dalla dose assunta, mentre in caso di intolleranza al lattosio il soggetto può tollerare gli alimenti contenenti latte, ma i sintomi si presentano solo oltre una certa soglia.
Cosa fare in caso di allergia al latte vaccino?
Se si sospetta un’allergia alle proteine del latte nel proprio bambino o, se ci si trova di fronte ad una reazione allergica i cui sintomi sono quelli sopra descritti (vomito, orticaria, diarrea), la prima cosa da fare è rivolgersi al Pediatra. Infatti non basta un rigurgito di latte, diarrea o crisi di pianto per diagnosticare un’allergia o per eliminare il latte dalla dieta dei bambini. Il Pediatra o lo Specialista in Allergologia, attraverso l’esame clinico e i provvedimenti dietetici e attraverso una terapia eventualmente necessaria (antistaminico o cortisone) definisce dapprima la gravità della reazione. In un secondo momento stabilisce gli esami più appropriati per arrivare a confermare il sospetto diagnostico (prick test, prick by prick o Rast). A distanza di almeno sei mesi dalla manifestazione allergica, sotto controllo medico e in ambiente ospedaliero è possibile eseguire, secondo protocolli ben definiti il TPO (Test di provocazione orale o Challenge) che permette di definire se la diagnosi è corretta, quale sia la dose tollerata dal bambino o se a superato la fase di “reazione anomala” alle proteine del latte vaccino.
Come si cura?
Se l’allergia alle proteine del latte viene accertata, il pediatra consiglierà di eliminare dalla dieta le proteine incriminate (latte vaccino). Nei bambini allattati con prodotti formulati, è necessario ricorrere a formule alternative, non contenti latte vaccino, e dovrà essere il pediatra a indicare quella più adatta al caso specifico. Il latte dovrà essere sostituito da formule a base di proteine fortemente idrolizzate, cioè frammentate in aminoacidi così da poter essere tollerati dal sistema immunitario. Nelle forme più gravi, si deve ricorrere alle miscele amminoacidiche (contenenti amminoacidi liberi, non assemblati in peptidi). Sono, invece, da escludere tutte quelle bevande di origine vegetale (mandorla, avena, soia) che si trovano nei supermercati in quanto sono bevande non adatte ai più piccoli, dal punto di vista nutrizionale. Il Pediatra valuterà invece se possibile inserire una formula di riso, secondo le nuove linee guida internazionali che contemplano il latte di riso in alcune forme di allergia alle proteine del latte vaccino. La cosa importante è evitare assolutamente il “fai da te” da parte dei genitori.Nei rarissimi casi in cui quest’allergia si verifica nei neonati allattati al seno, alla mamma viene in genere consigliato di eliminare latte vaccino e derivati dalla propria alimentazione e allattare il proprio bambino il più a lungo possibile.
Quali alimenti devono essere eliminati oltre al latte?
Occorre bandire tutti gli alimenti a base di latte, quindi latticini, yogurt, formaggi, sia freschi che stagionati, compresi grana e parmigiano. E vanno comprese anche tante preparazioni industriali come biscotti, merendine, torte, dolci e prodotti da forno, cioccolato, margarina, prosciutto cotto e salumi in pasta (cioè salami, salsicce e mortadella). Questo implica passare in rassegna con scrupolosa attenzione le etichette dei cibi che si acquistano, che per legge devono indicare la presenza di allergeni, proteine del latte incluse.