Dott. Giuseppe Felice

Studio medico pediatrico e allergologico

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Dott. Giuseppe Felice

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Laureato in Medicina e Chirurgia a pieni voti presso l’Università degli Studi di Milano. Ha frequentato la Scuola di Specializzazione in Pediatria Preventiva e in Patologia Neonatale presso l’Università Bicocca di Milano Ospedale San Gerardo di Monza. Specializzato in Pediatria con pieni voti assoluti e lode (nel 1994), ha conseguito con pieni voti (nel 2000) il Perfezionamento Universitario in Medicina d’Urgenza ed Emergenza Pediatrica presso l’Università di Milano e la Specializzazione in Chemioterapia-Oncologia con pieni voti assoluti e lode (nel 2006) presso il medesimo Ateneo.

Ha maturato la sua esperienza lavorativa come Pediatra Neonatologo presso la Casa di Cura “La Madonnina” di Milano, poi come Dirigente Medico Pediatra presso il Policlinico Ponte San Pietro di Bergamo, da qui presso l’U.O. di Pediatria, Neonatologia e Patologia Neonatale – A.O. di Vimercate – Ospedale di Carate Brianza, e infine presso la Clinica Pediatrica dell’Ospedale San Gerardo di Monza, Università Milano Bicocca.

Già iscritto alla Società Italiana di Pediatria (SIP) e alla Società Italiana di Allergologia e Immunologia Pediatrica (SIAIP). Già docente di Clinica Pediatrica presso l’International College of Osteopathic Medicine – ICOM – di Cinisello Balsamo (MI). Si occupa di Allergologia non solo in ambito diagnostico (prick test e spirometria), ma anche terapeutico attraverso la tecnica innovativa Needle Free per permettere ai pazienti allergici di sconfiggere o ridurre le proprie allergie senza la paura dell’ago.

 
Ordine medici Monza Brianza

Dove

Studio Medico di Paderno Dugnano
Via Reali, 43/B
(di fianco alla Farmacia)
20037 Paderno Dugnano (MI)

Come

Puoi prenotare le visite chiamando il numero 029102119
Oppure direttamente dal portale MioDottore.it (solo per le visite private)

Quando

Orario di Visita* 

Lunedì: 09:00-12:30
Martedì: 14:30-18:00
Mercoledì: 09:00-12:30
Giovedì: 14:30-18:00
Venerdì: 09:00-12:30

*Visite private: lunedì e venerdì dalle 15:00 – 18:00

Medico di famiglia tratta il padre e suo figlio

Disturbi della crescita
Dolori addominali
Allergie respiratorie
Allergie alimentari
Rinite allergica
Allergia
Asma
Eczema
Cefalea
Orticaria

Faq

Domande Frequenti

Il meccanismo patogenetico della celiachia può innescarsi già a partire dai 5-6 mesi di vita, a seguito dello svezzamento e all’introduzione del glutine nella dieta. La celiachia si manifesta nei bambini con un insieme di sintomi che ogni genitore può monitorare. I sintomi che originariamente erano considerati tipici della celiachia nel bambino sono: crescita scarsa, diarrea cronica, diminuzione del tono muscolare, distensione addominale (si ha quando l’addome si espande nella sua circonferenza), debolezza, inappetenza ed irritabilità. Ma studi recenti hanno dimostrato che questi sintomi, considerati il quadro clinico “classico” della malattia celiaca, sono divenuti oggi una vera rarità. Ciò che si presenta più di frequente è un quadro gastroenterologico sfumato, dato da dolori addominali, “intolleranza al lattosio” e difficoltà di digestione gastrica o intestinale (dispepsia).

Le cause possono essere molteplici. Innanzitutto, il sistema immunitario dei bambini è ancora immaturo in quanto non ha ancora sviluppato le difese anticorpali contro i microorganismi che il corpo umano via via incontra nel tempo. Entrando in contatto con i germi, veicolati per contatto con persone affette o oggetti contaminati, il sistema immunitario comincia ben presto a confrontarsi (ma anche a rafforzarsi) con le più di 200 varianti del virus del raffreddore esistenti. Con la crescita, e la maturazione del sistema immunitario, gli episodi di raffreddore tendono via via a diventare meno frequenti.

  • Misura la temperatura con il termometro in sede ascellare.
  • Controlla che non sia semplice ipertermia (è troppo coperto, ha preso troppo sole o caldo, ha corso a lungo): in questo caso basta rinfrescarlo e fargli bere molti liquidi.
  • Se la temperatura è alta o se il bambino è molto sofferente, puoi somministrare farmaci per la febbre, come Paracetamolo o Ibuprofene. Entrambi preferibilmente per via orale, vanno somministrati in base al peso corporeo e sotto la guida del medico pediatra. È altresì fondamentale rispettare l’intervallo fra le somministrazioni per non correre il rischio di sovradosaggio o di accumulo in circolo o nel fegato di questi farmaci.
  • Lascia riposare il bambino
  • Evita di coprirlo eccessivamente: preferire abiti leggeri.
  • Non usare pile, felpe o fibre sintetiche che tendono a contrastare la dispersione del calore corporeo
  • Non costringerlo a mangiare se non ha appetito: la cosa importante è che si idrati bevendo acqua (o latte nel lattante)
  • Se se la sente o se lo richiede, lascialo giocare.

Si consiglia di attendere almeno 48-72 ore di completa defervescenza e di rispettare sempre il tempo di recupero del bambino in base alla gravità dell’episodio febbrile, all’età del bambino, alla stagione fredda e alla coesistenza di malattie infettive di comunità.

I vaccini in commercio sono assolutamente sicuri. Prima di essere commercializzati seguono, di solito per anni, una serie di test e controlli molto rigidi che servono proprio a verificarne non solo l’efficacia, ma anche la sicurezza. La valutazione viene fatta su migliaia di soggetti con caratteristiche diverse tra loro, in modo da esplorare più aspetti possibile. Inoltre, è sempre attivo un sistema di farmacovigilanza che monitora nel tempo eventuali effetti collaterali, in modo da poter intervenire immediatamente: esattamente come avviene per qualsiasi altro farmaco.

Su questo la letteratura scientifica ha lavorato tantissimo, ed è stato già dimostrato che non vi è alcun rischio di sviluppare l’autismo associato ai vaccini. Questa presunta associazione tra vaccini e autismo risale ad una pubblicazione di Andrew Wakefield del 1998 che legava il vaccino del morbillo ai sintomi dell’autismo, e che in seguito è stato dimostrato essere completamente falsa: lo studio è stato smentito, e il suo autore è stato radiato dall’Ordine dei Medici del Regno Unito. Oggi tutto il mondo scientifico è concorde nel dire che non vi è alcuna evidenza di associazione tra vaccini e autismo.

Innanzitutto, è difficile che in un’infezione da Covid-19 il sintomo sia unico (tipo naso che cola o naso ostruito), infatti molto spesso coesistono i sintomi quali un innalzamento della temperatura corporea (maggiore o uguale a 37,5°), associata a rinite con ostruzione nasale, sintomi gastrointestinali concomitanti (diarrea, nausea o vomito), congiuntivite, affaticamento, dolori muscolari, cefalea. Se dovesse comparire anche la perdita dell’olfatto e/o del gusto, allora siamo senza dubbio davanti all’infezione da Covid. Per fare diagnosi di certezza è necessario eseguire il tampone nasofaringeo oppure orofaringeo: quindi se il pediatra ravvisa la necessità di eseguire al bambino il tampone, questo deve essere eseguito con tranquillità genitoriale. È un test che risulta solo fastidioso ma non di certo doloroso per il bambino ed è dirimente, cioè fondamentale per la diagnosi.

Spesso nei bambini è difficile riconoscere le allergie, perché i sintomi iniziali possono sembrare quelli di una semplice influenza o di un raffreddore. In ogni caso ci sono diversi segnali a cui un genitore può fare attenzione se sospetta la presenza di un’allergia: manifestazioni cutanee (dermatite atopica), secrezioni nasali abbondanti, starnuti, tosse, prurito al naso, occhi arrossati, mal di testa, disturbi respiratori frequenti, asma.

Le allergie più diffuse nei bambini sono la rinite, la congiuntivite e l’asma allergica. Ma un terreno fertile per lo sviluppo di allergie di tipo respiratorio è senza dubbio la presenza alla nascita della dermatite atopica, un’infiammazione della pelle che rappresenta la “punta dell’iceberg” di quella infiammazione sommersa che erroneamente in passato è stata ritenuta solo un problema dermatologico ma che in realtà è un importante indicatore allergico.

I sintomi sono respiro sibilante, tosse, respiro affannoso, oppressione al torace e difficoltà a respirare. La diagnosi viene effettuata sulla base di ripetuti episodi di respiro sibilante avuti dal bambino, anamnesi familiare di asma e, talvolta, esiti di esami della funzionalità polmonare.

La corretta gestione delle allergie alimentari deve partire sempre da una corretta diagnosi al fine di evitare di eliminare dalla dieta del bambino alimenti invece importanti per la sua crescita. Non esiste un test di laboratorio che da solo possa identificare o escludere un’allergia alimentare. Si tratta bensì di un percorso diagnostico che comprende una storia clinica dettagliata, studi di laboratorio (test cutanei e / o la ricerca delle IgE per specifici prodotti alimentari, e spesso il test di provocazione per via orale), un’educazione rigorosa alla prevenzione alimentare, la fornitura di un piano di emergenza e la prescrizione di farmaci (ad esempio, antistaminici, steroidi e l’adrenalina autoiniettabile -in casi particolari-) per il trattamento di ingestioni accidentali.

  • Chiamare il 118
  • Allontanare la causa scatenante
  • Posizionare il bambino nella maniera più confortevole (alcuni bambini con difficoltà respiratoria possono preferire di rimanere seduti)
  • Cercare di tranquillizzare il bambino
  • Controllare il polso e la respirazione. Se necessario eseguire il massaggio cardiaco o altre misure di primo soccorso
  • Somministrare l’adrenalina (epinefrina), attraverso un autoiniettore, se disponibile. Se il bambino soffre di un’allergia conosciuta può disporre dei propri medicinali in caso di attacco.
 
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