Febbre alta bambini: come e quando dare l’antipiretico?
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La febbre è un innalzamento della temperatura corporea al di sopra dei valori normali ed è un’alleata del bambino perché concorre all’eliminazione dei germi e dei virus. Quando è elevata, superando i 38°C, tuttavia, desta nei genitori preoccupazioni e timori. Molti genitori sono spesso ansiosi di conoscere rapidi rimedi per abbassare la febbre nel proprio bambino, non sapendo che in molti casi la temperatura andrebbe semplicemente monitorata.
Partiamo dalla definizione di febbre indicata nel 1996 dall’Organizzazione Mondiale della Sanità: «È un incremento della temperatura corporea centrale sopra ai limiti di normalità (temperatura normale tra 36,5 e 37,5°C)».
Le cause della febbre sono molto variabili e cambiano a seconda dell’età del bambino e del suo inserimento in comunità. La febbre solitamente anticipa la comparsa dei sintomi che la provocano di circa 48-72 ore. Questo è il motivo per cui, se le condizioni generali lo consentono, è importante rimandare la visita dal pediatra di 2-3 giorni. Normalmente la febbre si esaurisce in 72 ore, se la sua natura è virale, altrimenti se persiste è necessaria una valutazione clinica per una corretta diagnosi.
Cosa fare in caso di febbre alta nei bambini?
- idratare correttamente il bambino;
- non forzare l’alimentazione: spesso il bambino febbrile ha nausea e forzando l’alimentazione si evoca il riflesso del vomito;
- in caso di desiderio di alimenti prediligere zuccheri semplici e complessi (carboidrati), evitare i grassi;
- scoprire il bambino al fine di favorire lo scambio termico con l’ambiente.
In ultimo, considerare la somministrazione di antipiretici: sopra i 38°C effettivi si considera febbre e sopra tale temperatura vanno somministrati farmaci antifebbrili.
Gli antipiretici vanno, però, somministrati ai bambini se la febbre è causa di “disagio”: di solito ciò si verifica per temperature superiori ai 38,5°C ascellari, ovvero ai 39°C rettali. Se invece la febbre non è alta, se il bambino è abbastanza tranquillo e non lamenta dolori, di solito non è necessaria alcuna terapia medica.
I farmaci ad uso antifebbrile indicati in pediatria sono sostanzialmente due:
- Paracetamolo: dalla nascita in poi. La formulazione consigliata è lo sciroppo, in quanto consente l’assorbimento più rapido e più costante. Possono essere utilizzate anche le bustine e, nei bambini più grandi, le compresse. Le supposte vanno riservate ai casi di vomito o di rifiuto a prendere le medicine per bocca (perché le supposte vengono assimilate meno bene e più lentamente). Il farmaco abbassa la febbre dopo circa 1 ora, e la sua efficacia persiste di solito per 4-5 ore (non sempre riporta la temperatura a valori normali). Può essere somministrato nuovamente dopo 6 ore circa se la febbre torna ad essere alta e crea disturbo al bambino. Se è poco efficace, la dose può essere aumentata, o somministrata ad intervalli più brevi (ad esempio dopo sole 4 ore), ma solo su indicazione del pediatra.
- Ibuprofene: dai 3 mesi ma oltre i 6 Kg di peso. L’ibuprofene è meno usato rispetto al paracetamolo poiché può causare dei piccoli disturbi gastrici quando viene somministrato a stomaco vuoto, anche se dai bambini è molto ben tollerato e non ha altri effetti collaterali di rilievo. La peculiarità di questo prodotto è quella di associare all’azione antipiretica quella antinfiammatoria. Dunque se un bambino ha la febbre e ha mal di gola, male all’orecchio o lamenta dolori articolari questo medicinale è più adatto.
I genitori non devono farsi guidare tanto dal termometro quanto dal comportamento del bambino e dal suo grado di tolleranza delle febbre. Vi sono infatti patologie in cui un significativo malessere diventa evidente ancor prima di arrivare a 38°C (morbillo) mentre in altre condizioni, temperature di 39-40° non determinano il gran disagio (sesta malattia).